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Dati e statistiche

Osservatorio sulle partite Iva,
positivi i dati delle aperture 2019

Con circa 545.700 nuove attività, il 2019 ha fatto registrare un aumento decisamente rilevante in confronto ai dati relativi all’anno precedente (+6,4%) trainato dalle persone fisiche

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L’anno passato si chiude al positivo per l’Osservatorio sulle partite Iva, con un aumento di aperture del 6,4% rispetto al 2018. Il 72,9% riguarda le persone fisiche, il 21,4% le società di capitali, il 3,6% le società di persone, l’1,8% i non residenti e lo 0,3% altre forme giuridiche. Con due comunicati stampa di oggi, il Mef rende noti i dati del 2019 e quelli del quarto trimestre 2019.
 

Sintesi del 2019
L’anno passato si chiude al positivo per l’Osservatorio sulle partite Iva, con un aumento di aperture pari al 6,4%. Riguardo la natura giuridica, il 72,9% è stato aperto da persone fisiche, il 21,4% da società di capitali, il 3,6% da società di persone, l’1,8% da soggetti non residenti e lo 0,3% da altre forme giuridiche. A rendere noti i dati, un comunicato stampa del Mef di oggi. A determinare il considerevole incremento rispetto al 2018 le persone fisiche (+10,5%), grazie alle adesioni al regime forfetario, per il quale dal 2019 il limite dei ricavi è stato esteso a 65mila euro. La nuova regola ha attirato 263.043 adesioni, con un aumento del 34,5% in confronto al 2018. Tali soggetti rappresentano il 48,2% del totale delle nuove aperture di partita Iva.
In calo, invece, le forme societarie: l’Osservatorio rileva -5,7% per le società di capitali e -12,9% per le società di persone. Raddoppiano le partite Iva dei soggetti non residenti, determinato dalle attività legate al commercio elettronico.
Riguardo alla ripartizione territoriale, la maggior parte delle nuove aperture, circa il 44%, appartiene al Nord, il 22% al Centro e il 33,7% al Sud ed Isole.
I dati rilevano comunque che nel 2019 in tutte le regioni le partite Iva sono aumentate rispetto al 2018. In particolare abbiamo un rilevante segno più a Bolzano (+11,9%), in Lombardia (+11,6%) e in Piemonte (+11%). Aumenti più contenuti, invece, in Friuli Venezia Giulia (+0,5%), in Campania (+1,4%) e in Sardegna (+2%).
Riguardo al settore produttivo come di consueto è il commercio che registra il maggior numero di aperture di partite Iva (19,7% del totale). Seguono le attività professionali (17,1%) e l’agricoltura (9,6%). Fra i settori principali si osservano consistenti aumenti di aperture per l’istruzione (+22,5%), attività professionali (+18%) e costruzioni (+12,4%). Gli unici settori principali in flessione sono l’agricoltura (-5,8%) e le attività manifatturiere (-0,1%).
Per quanto riguarda le persone fisiche, il 62,6% di aperture è attribuita al sesso maschile. Il 44,8% è stato avviato da giovani fino a 35 anni e il 32,5% da soggetti nella classe 36-50 anni. Infine, con riferimento al Paese di nascita, il 17,4% degli avvianti è nato all’estero.
 

Quarto trimestre 2019
Sul sito del dipartimento delle Finanze, oltre alla sintesi relativa all’intero scorso anno è online il resoconto del quarto trimestre 2019. In questo periodo sono state aperte 109.016 nuove partite che fanno segnare un incremento del 5,1% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. Un aumento leggermente inferiore se confrontato con quelli degli altri trimestri 2019, ma comunque apprezzabile. Le percentuali in sintesi.

Dal punto di vista della natura giuridica, dal Df fanno notare che il 65% delle nuove aperture, è da attribuire alle persone fisiche, il 27,7% da società di capitali, il 4,5% da società di persone. Il 3% delle nuove partite Iva è stato invece aperto da “non residenti” e “altre forme giuridiche” rappresenta complessivamente circa il 3% del totale delle nuove aperture. Il buon risultato, rispetto al quarto trimestre del 2018, è dovuto quasi esclusivamente alle persone fisiche (+7,3%), ma notevole è l’aumento riferibile ai non residenti (+91,7%).
Riguardo alla ripartizione territoriale, il 42,7% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il 22% al Centro e il 34,7% al Sud e Isole. Su tutte le Regioni, svettano Puglia (+27,8%), Basilicata (+14,1%) e Umbria (+12,8%). Segno negativo invece per Valle d’Aosta (-9,3%), Calabria (-8,7%) e Molise (-0,7%).
In base alla classificazione per settore produttivo, il commercio batte tutti con il 22,2% del totale, seguito dalle attività professionali (12,8%) e dall’agricoltura (10,5%). Rispetto al quarto trimestre del 2018, i maggiori aumenti si segnalano nell’istruzione (+21,4%), nelle attività professionali (+14,5%) e in quelle finanziarie (+11,2%).
Sul fronte delle persone fisiche, la ripartizione di genere mostra che il 63% delle aperture è stata come sempre effettuata da maschi (dato stabile rispetto allo stesso trimestre del 2018). Il 42,5% delle nuove aperture è stato avviato da giovani fino a 35 anni e il 33,1% da persone tra i 36 e i 50 anni. Guardando, poi, al Paese di nascita degli avvianti, il Df evidenzia che circa il 20% delle aperture è operato da nati all’estero.
Nel periodo in esame, infine, in 41.577 hanno aderito al regime forfetario, pari al 38,1% del totale delle nuove aperture, con un aumento del 26,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
 

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