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Dati e statistiche

Partite Iva: pubblicati i numeri
di dicembre e il bilancio 2016

L’opzione tra il nuovo regime fiscale “forfettario” e il preesistente regime “di vantaggio” ha sicuramente influenzato il confronto, sia mensile sia annuale, con il 2015

La possibilità di scegliere il vecchio regime (opzione valida fino alla fine del 2015) aveva fatto impennare le aperture di nuove partite Iva, influenzando il risultato di dicembre di quell’anno e facendo apparire meno “interessante” il confronto sia mensile sia annuale con il 2016.
Né tantomeno è possibile il confronto mensile con novembre, perché una nuova attività, di solito, si apre prima del periodo natalizio o con l’inizio dell’anno nuovo. Quindi, generalmente, i numeri di dicembre registrano sempre una lieve flessione ed è, appunto, quanto emerge dalla consueta sintesi mensile, elaborata dall’Osservatorio sulle partite Iva, disponibile sul sito del dipartimento delle Finanze.
Osservatorio che, contemporaneamente, pubblica anche la sintesi annuale con tutti i dati relativi alle nuove partite Iva aperte nel corso dei dodici mesi del 2016.
 
I risultati di dicembre
Nell’ultimo mese di dicembre, sono state aperte 25.616 nuove partite Iva, la cui distribuzione per natura giuridica mostra che circa il 56% delle partite Iva è stato aperto da persone fisiche, il 34,7% da società di capitali, l’8,2% da società di persone.
La quota dei “non residenti” e “altre forme giuridiche” rappresenta complessivamente circa l’1% del totale degli avviamenti.
 
Con riguardo alla ripartizione territoriale, il 44,1% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il 23,1% al Centro e il 32,6% al Sud e Isole, mentre la classificazione per settore produttivo evidenzia che il commercio continua a registrare il maggior numero di avviamenti di partite Iva (il 25,3% del totale), seguito dai settori dell’agricoltura (12%) e degli alloggi e ristorazione (10,7%).
 
Relativamente alle persone fisiche il 63,3% del dato è riferito a soggetti di sesso maschile. Il 42,6% delle nuove partite Iva è stato avviato da giovani fino a 35 anni e il 35,8% da soggetti nella classe 36-50 anni.
Il 20% di coloro che a dicembre 2016 hanno aperto una partita Iva risulta nato all’estero.
I soggetti che hanno aderito al regime forfettario risultano 4.630, pari al 18% del totale delle nuove aperture.
 
I risultati del 2016
Sono state aperte circa 502mila nuove partite Iva nel corso dell’intero 2016 e, in confronto all’anno precedente, si è registrata una flessione del 3,3 per cento. Come già detto, anche questo raffronto, è stato probabilmente influenzato dal fatto che nel 2015 era aperta l’opzione tra il nuovo regime fiscale “forfettario” e il preesistente regime “di vantaggio” (scelta non più consentita da gennaio 2016). Questo fatto ha sicuramente determinato un aumento di aperture nel 2015, tale da far sembrare la performance del 2016 meno “interessante”.
 
Ma veniamo ai numeri. La distribuzione per natura giuridica mostra che il 71% delle partite Iva è stato aperto da persone fisiche, circa il 23% da società di capitali e solo il 5,3% da società di persone. Rispetto al 2015, solo le società di capitali mostrano un lieve aumento di avviamenti (+0,7%), mentre, per le persone fisiche e le società di persone, gli avviamenti risultano in calo (rispettivamente -4,3 e -7,4 per cento).
 
Rispetto alla ripartizione territoriale, il 42,5% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il 22,5% al Centro e circa il 35% al Sud e Isole. Il confronto con l’anno precedente evidenzia che i maggiori incrementi si sono registrati in Basilicata (quasi il 20%), Molise (+11%) e Sardegna (+4,1%).
Le flessioni più significative riguardano, invece, la Puglia (-8,4%), la Toscana (-5,6%) e la Calabria (-5,4%).
 
La classificazione per settore produttivo evidenzia che il commercio continua a registrare il maggior numero di aperture di partite Iva (il 22,8% del totale), seguito dalle attività professionali (13,5%) e dall’agricoltura (11,5%).
Rispetto al 2015, fra i settori principali si osserva l’aumento consistente di aperture nel settore delle attività immobiliari (+10%) e incrementi più contenuti per le attività professionali (+2,7%) e l’istruzione (+1,4%). Le flessioni più significative si rilevano nei settori dei servizi alle imprese (-11,3%), del commercio (-7,3%) e delle attività manifatturiere (-7,2%).
 
Per quanto riguarda le persone fisiche, la ripartizione per sesso è sostanzialmente stabile, con il 62,6% di aperture da parte di soggetti di sesso maschile. Circa il 46% delle nuove partite Iva è stato avviato da giovani fino a 35 anni e il 34,5% da soggetti nella classe 36-50 anni.
Il confronto con l’anno precedente mostra un calo di avviamenti per tutte le classi di età, in particolare per la classe oltre i 66 anni (-13,2%), con una flessione limitata a -0,5% per la classe 51-65 anni.
La distribuzione delle nuove aperture di partite Iva sulla base del Paese di nascita evidenzia che il 17,5% degli avvianti è nato all’estero.
 
Lo scorso anno, sono stati 165.487 i contribuenti che hanno aderito al regime forfettario (anziché al regime fiscale ordinario), corrispondenti al 27% del totale delle nuove aperture di partita Iva.
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