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Dati e statistiche

Studi di settore, Ires e Irap:
sul web i dati delle dichiarazioni 2009

I documenti propongono sia una sintesi delle elaborazioni effettuate sia il dettaglio del numero dei contribuenti e dell’andamento dei ricavi/compensi e del reddito dichiarato.

statistica
Per i contribuenti interessati dagli studi di settore, relativamente al periodo d’imposta 2009, i giochi si sono chiusi a fine gennaio 2011. Infatti, entro il 31 dello stesso mese, hanno avuto ancora la chance di spiegare al Fisco come mai la loro situazione reddituale si discostava da quella prevista dagli studi. Detto ciò, rien va plus, il periodo in considerazione è ormai definito, pertanto, il dipartimento delle Finanze, in collaborazione con Agenzia delle Entrate e Sose spa, ha predisposto e pubblicato sul proprio sito le statistiche sui dati finali degli Studi nel periodo d’imposta 2009.
 
I documenti disponibili on line propongono sia una sintesi delle elaborazioni effettuate sia il dettaglio del numero dei contribuenti e dell’andamento dei ricavi/compensi e del reddito dichiarato, il tutto suddiviso in base alla natura giuridica, al macrosettore di appartenenza e all’area geografica di localizzazione.
Le statistiche abbracciano il quinquennio 2005-2009. La pubblicazione odierna, focalizza l’attenzione sull’ultimo anno, sulla base dei dati comunicati ai fini degli studi di settore nel 2010.
 
Studi di settore
La crisi economica permea tutta l’elaborazione, dal numero dei contribuenti interessati dagli studi - fermo dal 2008 a circa 3 milioni e 500mila (anzi, nel 2009 sono diminuiti dello 0,7%) anche per effetto dell’adesione di molti al regime di minimi - al netto calo dei ricavi/compensi (-5,2%).
In merito a quest’ultimo dato, per capire l’effetto reale della negativa congiuntura economica, dall’analisi sono state escluse quelle persone fisiche con ricavi/compensi fino a 30mila euro (i potenziali “minimi”): ciò facendo, il decremento medio dei guadagni dei congrui di tutti i settori si è attestato a -2%, mentre quello dei non congrui scivola a -11,6 per cento.
Dal punto di vista territoriale la lettura dei dati, in generale decremento rispetto alla rilevazione precedente, evidenzia il calo massimo dei ricavi o compensi medi dichiarati da parte dei contribuenti congrui registrato nel Nord-Ovest del Paese (-2,7%), mentre il dato riguardante i contribuenti non congrui rivela un forte calo generalizzato con punte del -12,6% nel Nord-Est e del -12,5% nel Sud.
Gli effetti della crisi economica si registrano anche andando ad esaminare i redditi dichiarati da parte di chi applica gli studi di settore, che nel 2009 ammontano ad un valore totale di 99,3 miliardi di euro evidenziando un calo dell’8,7% rispetto all’anno precedente: è il settore manifatturiero, con un -37%, quello che imprime un netto decremento sul totale, e, mentre anche i settori del commercio e dei servizi (-7%) risentono fortemente del periodo di congiuntura economica non favorevole, il solo settore dei professionisti, con un -1%, sembra risentire in maniera minore della crisi.
Andando a “spacchettare” i dati tra contribuenti congrui e non congrui, i dati generali vengono confermati. Il calo medio dei redditi dichiarati dai contribuenti congrui si attesta a -10,7% rispetto al 2008 e, anche tra questa tipologia di contribuenti il calo maggiore è quello registrato nel settore manifatturiero (-30,7%), seguito dai servizi (-10,4%), dal commercio (-6,7%) e dai professionisti (-2,1%); per i contribuenti non congrui la forte diminuzione del reddito medio per i settori manifatturiero e del commercio corrisponde ad una perdita media, rispettivamente, di 27.200 euro e di 900 euro. Nella distribuzione territoriale dei dati il calo massimo, per i contribuenti congrui, risulta al Nord-Ovest (-12%) e il calo minimo al Sud (-8%), mentre per i non congrui, a fronte di una marcata flessione in tutte le aree del Paese, si evidenzia la punta massima registrata nel Nord-Ovest (-120%) e quella minima nelle Isole (-40%).
Guardando i dati, resi disponibili dal dipartimento delle Finanze, sotto il profilo della natura giuridica risulta evidente che il calo del reddito medio più eclatante riguarda le società di capitali (-22,1%) seguite dalle società di persone (-9,8%) e dalle persone fisiche (-3,6%).
Infine, se si confronta il reddito medio dei contribuenti congrui con quello dei non congrui emergono differenze molto evidenti nei livelli reddituali delle diverse categorie di contribuenti: per il settore dei professionisti si passa da un reddito medio dei soggetti congrui di 77.700 euro a 34.400 euro dei soggetti non congrui, per il settore manifatturiero il gap va da 36.100 euro dei congrui a una perdita di 27.200 per i non congrui, nei servizi si passa da un reddito di 36.000 euro per i congrui a 5.000 euro per i non congrui, e, infine, nel commercio la differenza tra congrui e non congrui va da un reddito medio di 29.100 euro per i primi a una perdita di 900 euro per i secondi.
 
Ires
Anche per queste dichiarazioni non si può non tener conto della grave crisi economica registrata nel 2009 che ha prodotto una riduzione del Pil reale (-5,1%) e nominale (-3,1%) con conseguenze immediate nelle dichiarazioni presentate dalle società di capitali.
Il numero totale delle dichiarazioni delle società di capitali nel 2009 si attesta a 1.056.685 denunce presentate, con un +2,6% rispetto all’anno precedente e, in questa speciale classifica, il settore della “fornitura di energia elettrica” cresce del 36% a fronte di una crescita del 6,6% del settore “attività professionali”. Sono 21.352 le società che aderiscono al regime del consolidato fiscale.
L’86,2% delle società di capitali hanno la natura giuridica di società a responsabilità limitata.
Nel verificare i dati di queste dichiarazioni si evidenzia un crescente numero di denunce presentate da società on situazione di fallimento (+61,67%) o estinte (+52,08%), con un calo di oltre due punti percentuali di società in utile (quest’anno attestate al 57,9%). Il reddito medio dichiarato si attesta a 256.980 euro, con una riduzione del 6,7% rispetto al 2008, che nelle parte insulare del Paese arriva al -1\7,6%.
Anche sul piano del reddito imponibile le società di capitali presentano un totale di 126.482 milioni di euro a fronte di un dichiarato di 137.244 del 2008, con una riduzione di quasi 8 punti percentuali tra le due annualità. Le motivazioni di questo decremento si possono trovare oltre che nei fattori di crisi già evidenziati anche in alcune normative introdotte quali l’agevolazione per l’acquisto di macchinari prevista dalla cosiddetta “Tremonti ter”.
Il gettito dell’Ires è dato per oltre la metà dalle imprese di maggiori dimensioni (con oltre 50 milioni di volume d’affari) e tra queste i maggiori importi di imposta vengono versati dalle società che svolgono attività manifatturiera, finanziarie-assicurative e commerciali.
 
Irap
Diminuisce il numero di coloro che hanno presentato la dichiarazione per l’anno d’imposta 2009: sono 4.882.741 (-3,3% rispetto al 2008); a determinare il continuo calo di dichiarazioni Irap contribuisce la crescente adesione al “regime dei minimi” pari ad un incremento del 23,8% rispetto all’anno precedente.
Nel novero delle dichiarazioni Irap si contano 4.758.337 con un valore della produzione positivo (-2,9% sul 2008) per un ammontare complessivo di 657 miliardi di euro che per il 61% è prodotto dalle società di capitali.
Nella distribuzione per attività economica, esclusa quella della “Amministrazione pubblica” quasi il 50% della base imponibile è data da quattro settori: “manifatturiero” (19%), “commercio” (12%), “attività finanziarie” (12%) e “costruzioni”(7%).
Nel 2009 l’imposta dichiarata è stata di 31,9 miliardi di euro (-5,4% rispetto al 20087) per un valore medio di 9.840 euro, e sul piano territoriale si evidenzia che il 54% dell’imposta è generata in luoghi di produzione localizzati nel Nord del Paese a fronte del 16% presenti al Sud.
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