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Dati e statistiche

Studi settore: l’apice nel 2006. Ottima la performance dei congrui

Pubblicati sul sito del dipartimento delle Finanze i dati statistici relativi al periodo 2005 – 2008

Il documento di sintesi e di commento delle statistiche, elaborate dal Mef in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate e con la Sose spa, riporta il numero dei contribuenti, l’andamento dei ricavi/compensi e del reddito dichiarati, distinti in base alla natura giuridica, al macrosettore di appartenenza e all’area geografica di localizzazione.
 
Il numero dei contribuenti
Dai documenti pubblicati emerge un dato sicuramente rilevante: nel 2008 sono più di 3,5 milioni i contribuenti soggetti agli studi di settore, per il 65% rappresentati da persone fisiche.
Mentre i periodi d’imposta 2006 e 2007 sono caratterizzati da una crescita del numero dei contribuenti interessati dagli studi (+ 9% nel 2006 e + 5% nel 2007), il 2008 mostra una flessione del 6%.
Tale flessione è probabilmente dovuta al calo dei contribuenti “persone fisiche” che, avendo conseguito nell’anno solare precedente ricavi/compensi in misura non superiore a 30mila euro, hanno applicato il nuovo regime dei “contribuenti minimi”.
Se dal numero complessivo dei contribuenti soggetti agli studi di settore vengono escluse proprio le “persone fisiche con ricavi/compensi fino a 30mila euro”, le statistiche mostrano che, anche per il 2008, la platea dei soggetti interessati dagli studi aumenta di circa l’1,3 per cento.
 
I settori economici dove nel 2006 e nel 2007 si è registrato l’aumento più sensibile del numero di contribuenti sono quelli dei servizi e dei professionisti. Anche il commercio ha registrato una crescita nel 2006, mentre il settore manifatturiero è rimasto sostanzialmente stabile.
 
Il 2008 ha visto una maggiore adesione dei professionisti al regime dei “minimi”, subendo così una diminuzione del 14% dei contribuenti soggetti agli studi di settore. I settori dei servizi e delle manifatture, nello stesso anno, si sono attestati a – 4% e il commercio registra una flessione dell’1% circa.
 
Continua, anche nel 2008, rispetto al 2007, la crescita delle società di capitali ed enti (+ 6%) e delle società di persone (+ 1,7%), mentre le persone fisiche subiscono una diminuzione del 10 per cento.
 
E’ nel Nord che sono maggiormente concentrati i contribuenti soggetti agli studi di settore, mentre è nel Sud, Isole e Centro che si è avuta l’adesione percentuale più numerosa al regime dei “minimi”, con conseguente calo del numero di contribuenti soggetti agli studi di settore nel 2008.
 
Ricavi o compensi medi dichiarati
Le analisi condotte sui dati pervenuti evidenziano che, nel 2008, i valori medi dei ricavi e compensi dichiarati sono stati sottoposti a due spinte di segno opposto: una verso l’alto, dovuta all’esclusione dagli studi di settore di numerosi contribuenti che dichiarano ricavi/compensi inferiori a 30mila euro, e l’altra verso il basso, provocata dalla crisi economica.
L’effetto di queste due spinte si riflette in un aumento del 9% dei ricavi/compensi medi dichiarati dalle persone fisiche e, nello stesso tempo, in una diminuzione del 3% dei valori medi dichiarati dalle società di persone e da quelle di capitale.
 
Escludendo le persone fisiche che dichiarano ricavi/compensi inferiori a 30mila euro, il 2006, per i contribuenti congrui, si presenta come l’anno migliore con un incremento del 3% dei ricavi/compensi medi dichiarati rispetto all’anno precedente, seguito dal 2008 con una crescita di circa l’1% rispetto al 2007 e, infine, dal 2007 che, rispetto al 2006, presenta una riduzione dello 0,6 per cento.
 
E’ il settore manifatturiero che, nel 2008, presenta la maggiore variazione rispetto al 2007: incremento dell’8% per i soggetti congrui e diminuzione del 15% per quelli non congrui.
Il Nord e, in particolare, il Nord–Est, è l’area che per tutto il quadriennio 2005 – 2008 registra i valori più elevati in termini di ricavi/compensi medi dichiarati.
In particolare, nel 2008, per i contribuenti congrui, si assiste a un incremento, seppur modesto, in tutte le zone del Paese, mentre per quelli non congrui a un calo generalizzato, più evidente nel Nord, con la sola eccezione delle Isole.
 
Reddito medio d’impresa o di lavoro autonomo
Il terzo punto fondamentale dell’analisi è costituito dall’andamento del reddito medio dichiarato dai contribuenti soggetti agli studi di settore: per tutto il quadriennio, sono le società di persone a registrare il maggior reddito medio, cui seguono le società di capitale e, infine, le persone fisiche.
Come per i ricavi/compensi medi dichiarati, anche per il reddito medio d’impresa e di lavoro autonomo il primato spetta al 2006, che presenta un aumento del 10,7% rispetto al 2005.
Nel 2007 i valori medi, rispetto al 2006, rimangono sostanzialmente stabili, con un + 0,32%, mentre, nel confronto tra il 2008 e il 2007, i dati evidenziano un lieve calo di circa l’1 per cento.
Nel 2008 solo i contribuenti persone fisiche registrano un incremento del reddito medio dichiarato, + 4,5%, mentre, per le società di persone e per quelle di capitali, i dati evidenziano un calo rispettivamente del 7 e del 13 per cento.
 
In particolare, escludendo i contribuenti minimi, le riduzioni maggiori in termini di reddito medio dichiarato nel 2008, rispetto al 2007, vengono evidenziate dai settori del commercio (– 8,2%) e delle manifatture (– 7%), segue il comparto dei servizi (– 3,8%). L’unico settore che, in qualche misura, riesce a tenere è quello dei professionisti con un calo del solo 1 per cento.
 
L’analisi per area geografica indica un calo generalizzato del reddito medio dichiarato dai contribuenti in tutte le aree territoriali: per i soggetti congrui, il range va dal – 3% del Nord-Ovest e delle Isole al – 5% del Centro e del Sud; per i contribuenti non congrui, dal – 21% delle Isole al –36% del Centro.
 
Analisi di congruità
Nel 2008, i ricavi/compensi medi dichiarati dai contribuenti “non congrui e non adeguati”, analizzati per natura giuridica, risultano quasi sempre più bassi rispetto a quelli dichiarati dai soggetti “congrui naturali o per adeguamento”, con l’unica eccezione costituita dalle persone fisiche che dichiarano ricavi/compensi oltre i 30mila euro (dal – 30% delle società di capitali ed enti al + 12% delle persone fisiche).
La forbice risulta ancor più aperta e generalizzata se l’analisi si sposta sul reddito medio dichiarato: dal – 57% per le persone fisiche con ricavi/compensi dichiarati fino a 30mila euro a – 108% per le società di capitali ed enti.
 
Anche l’analisi per area geografica, con esclusione delle persone fisiche con ricavi/compensi fino a 30mila euro, evidenzia che i redditi medi di impresa e di lavoro autonomo dichiarati per il 2008 dai soggetti “congrui naturali o per adeguamento” sono molto più elevati rispetto a quelli relativi ai contribuenti “non congrui e non adeguati”. I non congrui, in media, tendono a dichiarare un reddito inferiore a quello dei soggetti congrui in situazione di marginalità economica (rispettivamente 8mila e 10.300 euro).
I distinti macrosettori evidenziano valori molto diversi tra loro, passando da una perdita media di 3.400 euro del comparto manifatturiero a un reddito medio di 38.600 euro del settore dei professionisti.
Il reddito medio dichiarato dai soggetti congrui naturali o per adeguamento varia, invece, tra 31.200 euro del commercio e 72.200 euro per le attività professionali.
 
Analisi di redditività
Anche sotto il profilo della redditività, i soggetti congrui, naturali o per adeguamento, presentano valori molto più elevati rispetto a quelli dei non congrui e non adeguati:
  • per le persone fisiche che dichiarano ricavi/compensi fino a 30mila euro, la redditività passa dal 57,5% dei soggetti congrui al 29,5% dei non congrui
  • per le persone fisiche che dichiarano ricavi/compensi oltre 30mila euro, la redditività del 29,6% dei contribuenti congrui si riduce al 10,5% per quelli non congrui
  • per le società di persone si passa da una redditività del 16,3% dei congrui al 4,4% dei non congrui
  • le società di capitali e gli enti vedono crollare la redditività dal 7,3% dei soggetti congrui a un – 0,8% dei soggetti non congrui.

Mentre da un punto di vista geografico l’analisi evidenzia che i valori più elevati di redditività vengono registrati nel Nord, seguito dal Centro, dalle Isole e infine dal Sud, dall’analisi per macrosettore emerge che il comparto con la redditività più bassa è costituito dal settore del commercio (7,8% dei congrui e 0,8% dei non congrui). Le manifatture sono, invece, l’unico settore che presenta valori di redditività negativi con riferimento ai soggetti non congrui (– 0,6%).
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