- elevato costo sostenuto per il personale
- ubicazione in pieno centro storico
- notorietà confermata da una rinomata tradizione culinaria
- parziale divergenza tra i riscontri contabili e quanto dichiarato dalla parte, in sede di contraddittorio, sull’acquisto delle materie prime e sulla preparazione di primi e secondi piatti.
Tovagliolo usato, cliente servito. Stop alla percentuale di scarto
Superato il precedente orientamento, secondo cui dal numero delle salviette impiegate va sottratta una parte utilizzata per altri scopi

E’ legittimo l’accertamento analitico-induttivo basato sul numero dei tovaglioli utilizzati, anche senza il riconoscimento di una minima percentuale di scarto, nel caso in cui dalle indagini effettuate sul reddito d’impresa conseguito emergano gravi incongruenze.
E’ quanto, in estrema sintesi, ha statuito la Cassazione con la sentenza n. 18475/2009.
L’iter del processo di merito
La vicenda trae origine da una verifica dell’ufficio delle Entrate di Bassano del Grappa e dalla successiva attività di accertamento condotta nei confronti di un ristorante, finalizzata al riscontro della corretta applicazione della normativa fiscale.
Dalle indagini effettuate, il reddito d’impresa dichiarato dalla ditta verificata è apparso incongruente alla luce dei seguenti elementi: