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Normativa e prassi

Acquisizioni con indebitamento:
ecco i chiarimenti per gli operatori

Interessi passivi deducibili sia se l’operazione è realizzata da soggetti esclusivamente residenti in Italia, che in caso di soci e/o finanziatori non residenti in Italia

I soggetti Ires hanno facoltà di dedurre gli interessi passivi derivanti da operazioni di acquisizione con indebitamento, il cosiddetto leverage buy out
Questa uno delle principali risposte fornite dalla circolare 6/E, pubblicata oggi, con cui l’Amministrazione dirime i dubbi in merito al corretto trattamento fiscale sia dei componenti di reddito connessi alle fonti di finanziamento delle predette operazioni apportate da terzi, sia dei rendimenti (interessi, dividendi e/o plusvalenze) che sono ritratti in Italia da entità localizzate in altre giurisdizioni Ue (e See) ed extra Ue.
L’analisi effettuata nel documento di prassi, articolata in tre capitoli, conferma, in linea di principio, la liceità fiscale di tali operazioni, contribuendo a ridurre le criticità operative che, come segnalato da alcune associazioni di categoria, hanno inciso negativamente sugli investimenti provenienti dall’estero e operati in Italia dagli operatori del cosiddetto private equity.
 
Nello specifico, nel primo capitolo, la circolare descrive le strutture tipiche che contraddistinguono le operazioni di acquisizione con indebitamento, passando in rassegna la disciplina fiscale cui sottoporre le componenti reddituali destinate a soggetti localizzati in Paesi esteri e la deducibilità degli interessi passivi originati dai prestiti contratti da un’apposita società veicolo, Special Purpose Vehicle, SPV, posta in essere per l’acquisizione di un’azienda o di una partecipazione, di controllo o totalitaria, in una determinata società, denominata bersaglio o obiettivo (target).
Nel capitolo successivo, in considerazione del fatto che l’operazione di acquisizione con indebitamento si caratterizza per l’utilizzo della leva finanziaria, vengono invece forniti chiarimenti in relazione al trattamento fiscale degli interessi passivi relativi ai debiti della società veicolo, con particolare riguardo alla valutazione dell’inerenza di tali oneri.
Il documento di prassi impartisce, a tal fine, istruzioni agli uffici in merito alle contestazioni operate relativamente alla valutazione della natura elusiva dell’operazione con riferimento alla deduzione di interessi passivi e al riporto di perdite pregresse nonché alle ipotesi in cui si configuri o meno un servizio infragruppo reso a beneficio della NewCo e alla corretta ripartizione di tali oneri.
 
Nel terzo e ultimo capitolo sono, infine, identificati, prassi, modalità e temi da sviluppare in sede di controllo in presenza di strutture complesse, cui partecipano soggetti localizzati in paesi esteri.
Tali questioni sono così raggruppate:
a) trattamento fiscale dei costi per servizi addebitati da parte del gestore del fondo o di entità a lui riconducibili alle società target o alla SPV
b) applicazione di ritenute alla fonte sugli interessi destinati ai soggetti finanziatori
c) qualificazione fiscale del debito tecnicamente individuato con il nome di shareholder loan
d) applicazione di ritenute ai flussi di dividendi corrisposti dalla BidCo/MergerCo alla controllante estera e/o trattamento fiscale delle plusvalenze/minusvalenze derivanti dall’exit dall’operazione di investimento.
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