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Normativa e prassi

Ammessi all’art-bonus i fondi
per il restauro della fontana

Via libera al credito d’imposta per le erogazioni a favore del committente, destinate a finanziare i lavori di ripristino e di manutenzione di un bene culturale pubblico

immagine di un dettaglio del restauro della fontana di Trevi a Roma
Le somme raccolte da un’associazione senza scopo di lucro, che opera nell’ambito della tutela del patrimonio culturale e che, in base a una convenzione con un consorzio, è affidataria degli interventi di restauro di una fontana (bene culturale pubblico) situata all’interno di un complesso monumentale gestito dal consorzio stesso, possono beneficiare dell’art-bonus, il credito d’imposta nella misura del 65% previsto dal Dl 83/2014 (articolo 1). Il chiarimento arriva dall’Agenzia delle entrate con la risposta n. 20/2018.
 
Innanzitutto, l’Amministrazione richiama le disposizioni che disciplinano il bonus in esame. In particolare, l’articolo 1 del decreto-legge 83/2014 prevede che per le erogazioni liberali in denaro effettuate per gli “interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici, per il sostegno degli istituti e dei luoghi della cultura di appartenenza pubblica, delle fondazioni lirico-sinfoniche e dei teatri di tradizione, delle istituzioni concertistico-orchestrali, dei teatri nazionali, dei teatri di rilevante interesse culturale, dei festival, delle imprese e dei centri di produzione teatrale e di danza, nonché dei circuiti di distribuzione e per la realizzazione di nuove strutture, il restauro e il potenziamento di quelle esistenti di enti o istituzioni pubbliche che, senza scopo di lucro, svolgono esclusivamente attività nello spettacolo (…)”, spetta un credito d’imposta, nella misura del 65%.
Il secondo periodo del comma 2 dello stesso articolo stabilisce che il credito d’imposta è altresì riconosciuto “qualora le erogazioni liberali in denaro effettuate per interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici siano destinate ai soggetti concessionari o affidatari dei beni oggetto di tali interventi”.
 
Per la definizione della questione sottoposta alla sua attenzione, l’Agenzia ha chiesto un parere al ministero dei Beni e delle Attività culturali (Mibac). Quest’ultimo, in particolare, ha rilevato che l’interpellante, associazione senza scopo di lucro che opera in ambito regionale nel settore della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale, si è impegnata, in forza di una convenzione stipulata con un ente consortile pubblico, a cui è affidata la gestione di un intero complesso monumentale, a svolgere le attività di committenza e a sostenere gli oneri per la realizzazione di un intervento di restauro e manutenzione di un bene culturale pubblico (un fontana) situato nei giardini facenti parte del complesso.
Pertanto, nel caso concreto, le erogazioni liberali in denaro destinate agli interventi di manutenzione, protezione e restauro di un bene culturale pubblico, sono conferite a un soggetto (l’associazione istante) che può essere considerato “affidatario del bene”.
Quest’ultimo intende raccogliere finanziamenti da parte di mecenati per sostenere i costi dell’intervento.
Alla luce di tali circostante, conclude l’Agenzia, le eventuali erogazioni liberali effettuate in favore dell’associazione per la realizzazione del progetto di restauro e manutenzione della fontana possono essere ammesse all’art-bonus.
Peraltro, sarà cura dell’interpellante produrre, a fronte delle erogazioni ricevute, idonea attestazione degli importi, in cui sia specificato che si tratta di somme finalizzate al finanziamento del restauro di quel preciso bene di appartenenza pubblica.
 
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