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Normativa e prassi

Non operative. Aumentano le "indisciplinate"

Illustrate le nuove ipotesi di disapplicazione automatica della normativa

impiegato che dorme sulle pratiche
La circolare n. 9/E ha illustrato anche le nuove ipotesi di disapplicazione automatica della disciplina delle società non operative, introdotte dal provvedimento del direttore dell'agenzia delle Entrate n. 23681 del 14 febbraio 2008. Si tratta di ipotesi in presenza delle quali, a partire dal periodo d'imposta 2007, la società ottiene, integralmente o parzialmente, la disapplicazione della disciplina.

Società in liquidazione
Una prima ipotesi riguarda le società in liquidazione che manifestano, nella dichiarazione dei redditi, la volontà di richiedere la cancellazione dal Registro delle imprese entro il termine di presentazione della dichiarazione successiva a quella in cui hanno assunto l'impegno. La disapplicazione automatica opera sia con riferimento al periodo d'imposta in cui è assunto l'impegno che a quello precedente e successivo.

Ad esempio, una società che ha deliberato la liquidazione nel 2003 e che nel modello di dichiarazione Unico 2008 assume l'impegno a estinguersi entro il termine previsto per la presentazione della dichiarazione dei redditi Unico 2009 è esclusa dalla disciplina delle non operative:

 

  • per il periodo d'imposta 2007 (periodo d'imposta precedente a quello dell'impegno)
  • per il periodo d'imposta 2008 (periodo d'imposta in cui si è assunto l'impegno)
  • per il periodo d'imposta 2009 (periodo d'imposta successivo all'impegno assunto).

Società con immobili locati
Una seconda ipotesi di disapplicazione automatica riguarda le società che dispongono di immobili concessi in locazione a enti pubblici o locati a canone vincolato. In tale situazione, la disapplicazione opera solo con riferimento all'immobile in questione. Si ipotizzi, ad esempio, una società di capitali che deve verificare se nel periodo d'imposta 2007 rientri tra quelle considerate non operative.
Tra i beni rilevanti per il test di operatività, la società possiede un immobile (classificato nella categoria catastale A/10) locato nel triennio 2005-2007 a un soggetto pubblico, a un canone vincolato di 10mila euro.
Nell'effettuare il test di operatività, la società, quindi, non dovrà tener conto di tale immobile, considerato che lo stesso beneficia della disapplicazione automatica dalla disciplina delle società non operative.

Test di operatività

Beni
Media 2005-
2006-2007
Percentuale
Ricavi presunti
Partecipazioni
100.000
2%
2.000
Immobili diversi da A/10 e navi
300.000
6%
18.000
Immobili classificati in A/10
-----------
5%
-----------
Immobili abitativi acquisiti o rivalutati
nell'esercizio e nei due precedenti
30.000
4%
1.200
Altre immobilizzazioni
60.000
15%
9.000
 
 
 
30.200


Anche nel calcolo dei ricavi medi effettivi la società non dovrà considerare il canone annuo di 10mila euro derivante dalla locazione dell'immobile A/10 che, come detto, è disapplicato automaticamente.

Ricavi effettivi
Ricavi effettivi
Valore 2005
Valore 2006
Valore 2007
Valore 2008
Partecipazioni
6.000
6.000
6.000
6.000
Immobili diversi da A/10 e navi
15.000
16.000
14.000
15.000
Immobili classificati in A/10
0
0
0
0
Immobili abitativi acquisiti o rivalutati
nell'esercizio e nei due precedenti
3.000
3.000
3.000
3.000
Altre immobilizzazioni
5.000
6.000
7.000
6.000
 
 
 
 
30.000


In questo caso, quindi, nonostante la disapplicazione automatica dell'immobile A/10, la società è considerata non operativa, poiché l'ammontare dei ricavi presunti (30.200) è maggiore di quelli effettivi (30mila). Ovviamente, anche nella determinazione del reddito minimo presunto, la società non dovrà tener conto del valore dell'immobile classificato nella categoria catastale A/10 e escluso automaticamente dal calcolo.

Società con valore della produzione superiore al totale attivo
Un'altra rilevante ipotesi in cui la società non deve effettuare il test di operatività riguarda quella in cui il valore della produzione risultante dal conto economico è superiore al totale dei beni presenti nell'attivo dello stato patrimoniale. In questo modo, si esonerano dal test le società che presentano un'elevata profittabilità dei beni.
Ad esempio, una società che presenta la seguente situazione contabile è esclusa dalla disciplina delle società non operative.

Valore della produzione
CE A. 1 Ricavi delle vendite e delle prestazioni
20.000,00
CE A. 2 Variazioni delle rimanenze di prodotti finiti
5.000,00
CE A. 5 Altri ricavi e proventi
5.000,00
Totale
30.000,00


Attivo dello Stato patrimoniale
SP B I 1 Costi di impianto e di ampliamento
2.000,00
SP B I 2 Costi di ricerca, sviluppo, pubblicità
400,00
SP B I 4 Concessioni, licenze e marchi
600,00
SP B II 1 Terreno e fabbricati
10.000,00
SP B II 2 Impianti e macchinari
5.000,00
SP B II 3 Attrezzature industriali e commerciali
4.000,00
SP B III 1 Partecipazioni
2.000,00
SP B III 2 Crediti
1.000,00
SP C I 4 Rimanenze prodotti finiti e merci
2.000,00
SP C IV 1 Depositi bancari
2.000,00
Totale
29.000,00


Altre ipotesi di esclusione
Altre ipotesi di disapplicazione automatica introdotte dal provvedimento del direttore dell'agenzia delle Entrate del 14 febbraio 2008 riguardano:

  • le società in stato di fallimento, in liquidazione giudiziaria, in liquidazione coatta amministrativa, in concordato preventivo e in amministrazione straordinaria
  • le società sottoposte a sequestro penale o confisca
  • le società che detengono partecipazioni in società considerate non di comodo, escluse dalla disciplina o collegate, residenti all'estero cui si applica il regime dell'articolo 168 del Tuir, limitatamente alle predette partecipazioni
  • le società che hanno ottenuto l'accoglimento dell'istanza di disapplicazione in relazione a un precedente periodo sulla base di circostanze oggettive, che non hanno subito modificazioni nei periodi d'imposta successivi. La disapplicazione, in questo caso, opera limitatamente alle predette circostanze oggettive
  • le società che nei due esercizi precedenti hanno avuto un numero di dipendenti mai inferiore alle dieci unità
  • le società partecipate da enti pubblici almeno nella misura del 20% del capitale sociale
  • le società che risultano congrue e coerenti ai fini degli studi di settore.

Sull'argomento, si veda anche "Non operative, le indicazioni per tenere il tempo" su FISCOoggi di mercoledì 27.

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