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Normativa e prassi

Salsa al tartufo e funghi porcini, leccornia con Iva al 10 per cento

Imposta al 4 per cento se il prodotto aromatizzato contiene una certa quantità di materia grassa proveniente dal latte

Iva del 4% per il burro al tartufo se il prodotto possiede determinate caratteristiche e una specifica quantità di materie grasse provenienti dal latte, altrimenti diventa salsa aromatizzata che, pur contenendo formaggio, è assimilabile, per qualità e uso, ai condimenti e sconta così l'aliquota del 10%. Stesso trattamento fiscale per le farine di mais e grano impreziosite dal gustoso tubero.

Questo, in sintesi, il contenuto della risoluzione n. 164/E del 22 giugno dell'agenzia delle Entrate, che prende le mosse dall'interpello presentato da una ditta che chiede quale Iva applicare ad alcuni prodotti alimentari contenenti tartufo e funghi porcini.
Nel documento viene innanzitutto specificato che l'interpello è inammissibile in quanto la determinazione dell'aliquota Iva deriva dalla classificazione merceologica dell'alimento e presuppone accertamenti tecnici che devono essere effettuati dall'agenzia delle Dogane. È a quest'ultima che gli uffici si sono rivolti per avere il corretto inquadramento doganale delle specialità commercializzate. Con la risoluzione, si precisa inoltre, l'Amministrazione esprime soltanto un parere che vale come consulenza giuridica generale.

Fatte le dovute premesse, entriamo nel merito dei quesiti presentati.
L'azienda chiede quale aliquota Iva applicare ad alcuni prodotti, quasi tutti aromatizzati con tartufo, che suddivide in tre principali categorie:
1. caseari
2. farinacei
3. alimentari.

Ritiene che i primi due debbano pagare un'imposta del 4% in quanto assimilabili a "burro formaggi e latticini" e alle "paste alimentari" (tabella A, parte seconda, Dpr 633/1972). Per la terza categoria valuta corretta l'aliquota del 10 per cento.

I dati forniti dalle Dogane a seguito dell'esame tecnico dei prodotti portano a conclusioni diverse.
Tra le specialità casearie descritte:
- burro con tartufo
- burro di bufala con tartufo
- fonduta di Fontal con tartufo
- crema di parmigiano reggiano con tartufo bianchetto
- crema di pecorino con tartufo bianchetto
- salsa bianca con tartufo,
soltanto le prime due possono usufruire dell'Iva ridotta, in quanto hanno caratteristiche e percentuale di grasso, proveniente da latte, tali da farle rientrare tra gli alimenti che hanno classificazione doganale NC 0405 9090.
Tutte le altre leccornie, pur avendo tra gli ingredienti i latticini, la quantità contenuta non è sufficiente affinché possano essere considerati formaggi. Fortemente aromatizzati, vengono infatti utilizzati sulle nostre tavole, a seconda dei casi, soprattutto come creme da gustare sui crostini o come salse per polenta, gnocchi, pasta o patate. Sono condimenti, quindi, e gli uffici delle Dogane individuano per loro il codice NC 2103 9090 e, di conseguenza, l'Iva al 10 per cento.

I prodotti farinacei sono soltanto due:
- farina di grano con tartufo
- farina di mais con tartufo.
Anche per essi non passa l'ipotesi dell'imposta agevolata. Con il tartufo il codice NC assegnato alla farina è 1901 9099 e l'aliquota diventa del 10 per cento.

Condiviso, invece, il parere del contribuente per i prodotti alimentari:
- crema con carciofi con tartufo nero dolce
- crema di funghi porcini
- salsa tartufata
- miele d'acacia con tartufo.
Preparati sopraffini, a base di ortaggi, miele o funghi porcini, finemente aromatizzati e miscelati con olio, un vero piacere per il palato e tutti al 10% perché classificati, secondo le Dogane, con il codice NC 2103 9090.
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